Ci sono regimi fiscali agevolati (o particolari situazioni in regimi ordinari) che permettono di emettere fatture senza addebitare l’IVA. Bisogna però sapere che la legge italiana prevede che nelle fatture senza IVA sia apposta una marca da bollo (incredibilmente alcuni commercialisti non lo segnalano ai clienti). In questo breve articolo chiarirò i dubbi relativi alla famigerata marca da bollo, e i modi migliori di gestire quest’incombenza dal sapore medievale.
Articolo aggiornato a Maggio 2017 – vedi note in fondo.
La marca da bollo digitale (la finzione)
Da anni si parla di rendere digitale la marca da bollo, ovvero permettere di pagarla senza dover apporre fisicamente un adesivo sulla fattura: ma di fatto non è ancora possibile.
Il sito delle poste ci ha illuso che fosse possibile spedire fatture assolvendo all’obbligo della marca da bollo, senza tutte le perdite di tempo e di soldi che comporta.
Basta andare su questa pagina: Poste.it – Spedire Online – Posta1Online, oppure nell’area riservata alle aziende e ai professionisti e c’è scritto che è possibile inviare fatture assolvendo all’obbligo legale della marca da bollo (attualmente dell’importo di 2€), senza stampare e appiccicare nulla.
Questo è quanto dice il sito delle Poste, ma non esiste conferma e non ho trovato modo di utilizzarlo. Uso il servizio Posta1Online per spedire lettere cartacee senza doverle stampare e imbucare, ma non ho mai visto un check, un’opzione che permetta di pagare online la marca. Per il nostro regime non serve, dato che siamo assoggettati ad IVA (tranne che in casi particolari), ma dato che molti fornitori e collaboratori melo chiedono, volevo verificare di persona, e ho appurato che non è possibile.
La marca da bollo fisica (la realtà)
Dato che la fattura che bisogna spedire al cliente è l’originale, ovvero quella con la marca da bollo, al momento non esiste altra soluzione se non quella di:
- comprare la marca da bollo dal tabaccaio;
- stampare la fattura con data uguale o successiva alla marca;
- appiccicare la marca sulla fattura;
- annullarla (sigla a penna sopra);
- fotocopiare la fattura con la marca;
- conservare la fotocopia;
- imbustare e spedire l’originale al cliente (con lettera normale sperando che arrivi, o spendendo di più per posta celere o raccomandata).
Al momento non c’è alternativa a questo, e non vedo l’ora di poter correggere questo articolo per dire che finalmente si può fare.
Che cos’è la marca da bollo
La marca da bollo è una tassa alternativa all’IVA, non è quindi necessario apporla nelle fatture in cui si addebita l’IVA.
Può essere apposta sia fisicamente, comprandola dal tabaccaio e incollandola sulla fattura, sia virtualmente, ma questa modalità è permessa solo in casi particolari, per grossi volumi, per particolari tipologie di fatture, in pratica non adatta a piccoli imprenditori o piccole aziende. tutti i dettagli sono nell’articolo esaustivo che cito alla fine (Studio D’Angelo – L’imposta di bollo…), ma fidatevi: al momento per liberi professionisti e piccoli imprenditori non è possibile, e per i grandi è comunque complicato.
Questa è la descrizione di massima, molto generale, ma come per tutte le leggi esistono molte eccezioni e casi particolari.
Quando è obbligatoria la marca da bollo e quando non lo è
In linea di massima la marca da bollo è obbligatoria se nella fattura ci sono importi non soggetti ad IVA per un valore totale superiore a 77,47€, e non è necessaria in tutte le fatture soggette ad IVA.
Per maggiori dettagli e per la descrizione dei molti casi particolari, rimando a questo articolo completo e dettagliato su Fisco e Tasse: Applicazione della marca da bollo sulle fatture, quindi non ripeterò le informazioni già riportate in modo chiaro preciso e dettagliato nell’articolo.
Di chi è la responsabilità della marca da bollo
Esistono molte discussioni in merito, ma legalmente la marca da bollo sulla fattura è a carico del debitore come stabilito dall’art 1199 del Codice Civile. L’obbligo di apporla però è a carico di chi emette la fattura.
Per complicare ulteriormente le cose, in caso di mancata o errata apposizione della marca, sono responsabili in solido sia chi emette la fattura sia chi la riceve, e ci sono delle sanzioni.
Nella pratica quindi succede questo: chi riceve una fattura che dovrebbe avere la marca da bollo e non ce l’ha, oppure che ce l’ha ma di importo sbagliato o data successiva alla fattura, in realtà non ha ricevuto un documento legale, e non la paga finché non riceve l’originale con la marca da bollo. Questo perchè se la pagasse e la contabilizzasse, sarebbe poi co-responsabile della sanzione. Nessuna azienda seria paga documenti che mancano di requisiti essenziali e quindi non sono considerabili fatture.
Che cosa si rischia se non si mette la marca da bollo
La sanzione è a carico sia di chi emette fatture senza apporre la marca o apponendola con data o valore errato, sia di chi la riceve le paga e la contabilizza:
“L’omissione della marca da bollo o l’apposizione del contrassegno telematico di assolvimento della marca da bollo con data posteriore a quella della fattura prevede una sanzione amministrativa, per ogni singola fattura considerata irregolare, di importo pari al doppio o al quintuplo dell’imposta o della maggiore imposta evasa.”
Attenzione quindi che la marca da bollo non può avere data successiva a quella della fattura, e deve essere di importo esatto (2€ al momento attuale, dicembre 2016): questo è anche uno dei motivi per cui non si può chiedere al cliente di apporla in seguito quando riceve la fattura. Deve essere apposta da chi emette la fattura, e la fattura con la marca (copia originale) deve essere spedita o consegnata al cliente.
I problemi della marca da bollo
La marca da bollo è una perdita di tempo e di soldi.
Al momento attuale tutti facciamo fatturazione elettronica, spediamo i documenti via email, inoltre la fattura via email ha valore legale (come sancito da RR.MM. n. 360879 del 30.04.1986, n. 571134 del 19.07.1988, n. 450217 del 30.07.1990 e 132/E del 28.05.1997).
Non si capisce quindi perchè chi ha determinati regimi fiscali però sia costretto a fare i sette passi che ho elencato sopra, e che comportano dei costi (marca, carta, busta, spese di spedizione) e gran perdita di tempo. Per avere la certezza che arrivi, e in tempi brevi, bisognerebbe fare una raccomandata, con un costo aggiuntivo di diversi euro.
Come dicevo è teoricamente possibile apporre le marche virtuali, ma con una tale complicazione burocratica che nella pratica non è fattibile.
Sembrava che ci fosse una soluzione semplice e veloce
Da un po’ di tempo è possibile spedire lettere con posta celere, totalmente online: Poste.it – Spedire Online – Posta1Online.
In pratica ci si collega alla pagina sul sito delle poste, si allega il documento, e le Poste provvederanno a stamparlo, imbustarlo e spedirlo fisicamente al destinatario.
Il grosso vantaggio è che nel caso in cui si tratti di una fattura che necessita di marca da bollo, le Poste provvederanno ad addebitare anche il costo della marca, nella tariffa attualmente vigente – o almeno questo è quello che dicono:
Sulle fatture o documenti equivalenti, emessi per prestazioni esenti da IVA ai sensi dell’art. 10, co.1 n.16, D.P.R. 633/72 di importo superiore a 77,47 euro, sarà applicata, in aggiunta ai prezzi previsti per il servizio, l’imposta di bollo nella misura attualmente vigente pari a 2 euro.
Questo libererebbe dall’incombenza di tutti i punti che ho indicato nel paragrafo precedente (I problemi della marca da bollo), inoltre sarebbe molto più tracciabile e sicuro, perché:
- viene offerto un servizio di tracciamento e monitoraggio;
- il pagamento avviene online, quindi in modo tracciabile e archiviabile (ricevuta carta di credito, ricevuta del sito delle poste).
Come è tradizione per le Poste Italiane, e in genere per tutto ciò che viene fatto dalla Pubblica amministrazione, però, è tutto incasinato e fumoso.
- La registrazione al servizio è lunga e piena di domande inutili (tenetevi la Visura Camerale sottomano);
- Non è dato sapere in che modo verrà applicata la marca da bollo.
Non esiste un campo dove specificare che la si vuole apporre, né ho trovato articoli di legge o riferimenti che parlino di questa possibilità. Quindi al momento attuale questa è solo un buon proposito non applicato.
Riassumendo
La marca da bollo fisica da apporre sulla fattura cartacea è una cosa anacronistica e inutile, e il principale problema è non tanto il costo, quanto il tempo che è necessario perdere, e il fatto che obbliga a rendere “fisica” un’attività che molte aziende e liberi professionisti ormai svolgono in modo totalmente digitale. Ogni passaggio dal digitale al fisico comporta costi, perdita di tempo, perdita di tracciabilità e possibilità di ricercare in modo veloce.
Esistono molto modi in cui lo Stato potrebbe comunque ricevere il pagamento di questa tassa senza dare incombenze e perdite di tempo a chi lavora, ma purtroppo attualmente la situazione è questa e bisogna cercare di ottemperare agli obblighi nel modo più efficiente possibile.
Da anni viene ribadito che la Marca da bollo verrà dematerializzata, ma al momento l’unica soluzione legale sembra essere quella di apporrla fisicamente sulla fattura e spedirla o consegnarla al cliente.
Articoli e riferimenti utili
- Studio D’Angelo – L’imposta di bollo su fatture cartacee, PDF, elettroniche e documenti informatici: come assolverla
- Fisco e tasse – Applicazione della marca da bollo sulle fatture
Note e aggiornamenti
Maggio 2017: Un articolo di Studio Laura Benetti spiega bene come assolvere all’obbligo della marca da bollo in modo virtuale: Come applicare la marca da bollo sulle fatture. Al link indicato c’è l’articolo completo, riassumendo queste sono le modalità e le condizioni:
- riportare sulla fattura l’annotazione: “imposta di bollo assolta in modo virtuale ex DM 17/06/2014”;
- versare l’imposta in un’unica soluzione direttamente a saldo, mediante F24 entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio;
- Nell’F24, utilizzare codice tributo 2501 nella sezione Erario;
- Le due modalità (Marca da bollo o virtuale) sono alternative, e nel corso del periodo di imposta è possibile usare una sola modalità;
- la marca virtuale riguarda le fatture trasmesse con modalità informatica e non quelle cartacee, quindi se siamo soliti inviarle tramite email si può utilizzare, se siamo soliti consegnarle in copia cartacea bisogna usare la marca da bollo reale.