In Italia è impossibile riuscire ad emulare gli americani in campo web: semplicemente il nostro sistema fiscale, economico, legale, non permette alle startup di sfondare come negli Stati Uniti.
Faccio una metafora, presa in prestito da Paul Graham: gli Stati Uniti, e in particolare la Silicon Valley, sono attualmente per la tecnologia e la possibilità di sviluppo economico quello che era la Firenze rinascimentale del 1500 per l’arte.
Non è pensabile che incredibilmente tutti i Michelangelo, Leonardo da Vinci, Botticelli, Brunelleschi, si siano trovati casualmente a Firenze intorno al 1500: la verità è che semplicemente quella era la città giusta al momento giusto, con sovrani illuminati, condizioni economiche artistiche e sociali perfette (almeno per l’arte). Di certo sono nati artisti potenzialmente bravi come loro anche in Ghana, Messico, Nepal o chissà dove, ma in quei posti non c’erano le condizioni di base, l’humus che invece c’era a Firenze con i Medici.
La stessa cosa succede ora per l’informatica e il web: in Italia c’è un sacco di burocrazia e tasse esagerate; camere di commercio, commercialisti, notai, avvocati non sanno neanche che cosa sia un sito o un blog o come inquadrarlo: chiunque voglia portare avanti un progetto web oggi in Italia si trova come un Michelangelo nato nel 1400 a Katmandu.
Questo non significa che non potrà campare, o anche viverci decentemente, ma non potrà sicuramente creare Facebook o Microsoft o Groupon.
Se investite tutto il tempo che avete (quindi molto più di un lavoro dipendente), molti soldi per essere i migliori nel vostro settore, su una buona idea e impegnadovi al massimo, forse potrete riuscire a guadagnare qualcosa. Lo so che non è un discorso da motivatore , infatti non voglio far credere che tutti possono fare qualunque cosa investendo niente: credo invece che pochi possono farcela investendo il massimo, che mi sembra un messaggio più serio e realistico di quello che spacciano molti “venditori di fumo”.
Tutto questo cosa significa, che in Italia non ne vale la pena? No, semplicemente che bisognerà faticare di più per avere di meno. In Italia è impossibile farsi 60 milioni di dollari in 18 mesi come ha fatto Kevin Rose con Digg, è impossibile guadagnare 1 miliardo di dollari in 3 anni come ha fatto Zuckerberg di Facebook. Ed è anche molto difficile sopravvivere galleggiando nel mare della mediocrità: bisogna comunque darsi da fare. Ma è possibile con impegno, dedizione, capacità e un po’ di fortuna inventarsi un lavoro che permetta di campare decentemente, e gettare le basi per un’attività che nel giro di qualche anno possa rendere anche un po’ di più di quello che serve alla semplice sopravvivenza.
Non lo si può fare però con 10mila euro come negli USA, e neanche in un anno: serviranno molti più soldi e più tempo.
Quindi se siete giovani, avete delle capacità, vi siete laureati in tempi umani, allora vale la pena andare negli USA o anche in paesi europei più lungimiranti (Germania, Inghilterra, Olanda, Danimarca, paesi scandinavi). Lì è più facile trovare possibilità di lavoro e più facile aprire e gestire aziende. Le infrastrutture sono migliori, e lo stato tende a favorire anzichè bloccare lo sviluppo. Ovviamente all’estero non sono tutti ad aspettare a braccia aperte persone laureate in lauree triennali e/o improponibili e che hanno trent’anni suonati, bisogna comunque essere bravi.
Se invece avete già messo su famiglia, avete superato i 35-40 anni e non ve la sentite di emigrare, allora una soluzione può essere quella di tirarsi su le maniche e darsi da fare qua in Italia, accettando i compromessi di cui ho parlato, e sapendo di doversi impegnare di più per avere meno.
E non ne faccio un discorso “eroico”, come sento da molte parti, del tipo: “se se ne vanno tutti che ne sarà dell’Italia”, perchè è un discorso che non mi interessa. Ognuno deve cercare di soddisfare le proprie aspirazioni senza preoccuparsi di quello che succederebbe se tutti facessero come lui: anche se tutti fossero chirughi, o programmatori, o avvocati, o preti, il mondo non potrebbe andare avanti. Per fortuna l’umanità è come un immenso organismo dove serve tutto, e dove l’insieme funziona se ognuno si preoccupa di fare bene ciò che gli compete.
Credo semplicemente che superata una certa età (30-35 anni) e messa su famiglia, i costi in termini di tempo e soldi per cambiare totalmente vita siano superiori ai guadagni che se ne possono avere. Inoltre in Italia non abbiamo comunque guerre, carestie, dittature, e cose di questo genere, e anche quelli che si lamentano di più stanno meglio del 90% dell’umanità. Quindi anziché lamentarsi conviene usare le carte che ci ha dato il destino, e anche se non sono tutti assi cercare di farle fruttare al massimo.
L’Italia non è la Silicon Valley, ma non sempre il paradiso è dietro l’angolo e quasi mai è semplice da raggiungere.