Domanda che mi è stata spesso rivolta, essendo io anche mamma, e avendo anche un’attività da portare avanti: come organizzi la tua giornata? Come si svolge la giornata di una persona che lavora sul web, e più precisamente come blogger?
Facciamo il punto, ma partiamo dalle origini. In questi 4 anni non ho avuto un’unica organizzazione. Ho dovuto modificare la mia routine lavorativa in base alle esigenze della mia famiglia, e in particolar modo di mia figlia; la scelta di lavorare da casa, infatti, è partita dal mio desiderio di potermi dedicare a lei almeno nei suoi primi 2 anni di vita.
Quando ero incinta, ed ero costretta a letto, ho tendenzialmente studiato, frequentato forum di maternità e posto le basi per iniziare la mia attività: in particolare, oggi, alla luce di quanto avvenuto, posso dire di aver lavorato sul mio ‘personal brand’, anche se allora non ne avevo idea. Ho infatti aperto Mammafelice come conseguenza di una Rete di amicizie virtuali che erano già consolidate, e che mi hanno dunque seguita volentieri in questa impresa, che ancora non potevo sapere dove mi avrebbe portata.
Nel primo anno di vita di mia figlia, la mia giornata si è svolta in blocchi di 3 ore: un anno davvero molto faticoso, soprattutto mentalmente (da cui la mia decisione di non avere altri figli, non ora). Ho seguito i ritmi di mia figlia: ogni 3-4 ore richiedeva, ovviamente, di essere cambiata, nutrita, intrattenuta, coccolata… e il mio lavoro si svolgeva essenzialmente durante i suoi pisolini e soprattutto di notte. Una carenza di sonno che è stata poi il filo conduttore del mio lavoro di blogger, e lo è tutt’oggi.
Nel secondo anno di vita, quando mia figlia ha iniziato a camminare, mangiare ‘cose da grandi’ e fare altre cose da bimba grande, ho praticamente smesso di lavorare di giorno (se non nel riposino pomeridiano) e ho lavorato principalmente di notte. Per scrivere il mio libro ho impiegato due mesi di tempo scrivendo da mezzanotte alle due tutte le sere.
Poi, la svolta. L’asilo. Dafne ha iniziato l’asilo nido e io ho potuto finalmente lavorare 6 ore al giorno, nel silenzio di casa (la scuola statale termina alle 16.30). In quel momento ero di fronte a due scelte: farmi prendere dalla necessità di riposo, o darmi una severa organizzazione.
Mi sono imposta di lavorare alacremente per tutto il tempo che avevo a disposizione, senza badare nè alla casa, nè all’abbigliamento, nè alla preparazione della cena. Ho lavorato e basta.
Quello è stato l’anno in cui Mammafelice ha iniziato ad avere i primi introiti, ovvero l’anno in cui ho davvero iniziato a monetizzare il blog. Da allora, grazie alla scuola, ho potuto aumentare le mie ore di lavoro e anche coinvolgere mio marito a tempo pieno, avviando una vera e propria attività di famiglia.
Ma solo da quando abbiamo avuto un ufficio, le cose sono decisamente migliorate: prima, lavorando da casa, la nostra organizzazione dipendeva ancora troppo da nostra figlia, e dalle incombenze domestiche. E io continuavo a sostenere che, anche in due, non avremmo potuto far tutto.
Riflettendoci, a posteriori, posso dire:
- che la vera monetizzazione di un blog di un sito o di una qualsiasi attività avviene solo quando possiamo lavorare full time al nostro progetto: lavorare durante le pause, o di notte, o nei ritagli di tempo, non facilita la monetizzazione di un blog;
- che i due anni a stipendio zero sono stati deleteri per la mia salute, ma essenziali per la mia attività. Non tornerei indietro solo per un motivo: anche quelle poche ore di lavoro mi hanno permesso di precorrere i tempi in un momento storico in cui ancora, in Italia, questa professione era ancora un po’ da inventare.
Il mio lavoro è stato dunque un mix di elementi:
- la fortuna di aver intuito da subito, in tempi non ancora maturi, le potenzialità di questo mestiere;
- la disponibilità dello stipendio di mio marito, che mi ha permesso di dedicarmi due interi anni a costruire una professione su cui nessuno (tranne noi) avrebbe mai scommesso;
- la mia ‘visione’ del futuro, che mi spingeva a credere che sarebbe stato possibile trovare la strada per monetizzare i contenuti web tramite il posizionamento;
- la mia caparbietà e il mio lavoro, perché non mi sono risparmiata mai, nemmeno quando avevo la febbre, o a Natale, o in vacanza, o quando tutti mi dicevano che stavo sprecando il mio tempo o avrei dovuto dormire di più, riposarmi, godermi la vita.
Adesso posso raccontarvi, minuto per minuto, come si svolge la mia giornata lavorativa. Nel prossimo post, naturalmente.
Ma non prima di dirvi, in chiusura: ne vale la pena. La stanchezza è davvero tanta, e le illusioni sono all’ordine del giorno. Questo è un mestiere che richiede una dedizione particolare, perché è un mestiere basato sull’affetto delle persone, ed è un lavoro in cui non ci si può mai permettere di essere tristi, musoni, arrabbiati, sofferenti… o semplicemente in vacanza.
Ma ne vale la pena. Se avete la possibilità di dedicare due anni della vostra vita a questo progetto, meglio passarli da svegli, che a dormire. Per dormire, ci sarà sempre tempo.