In rosso il messaggio di Barbara Damiano
e in nero i dati della survey che le è stato chiesto di presentare
Abstract Survey FattoreMamma
Con l’obiettivo di sondare quali siano le reali esigenze delle mamme italiane, FattoreMamma, a maggio di quest’anno, ha lanciato un sondaggio raccogliendo le risposte di 1.242 mamme su tutto il territorio italiano.
Sono stati individuati tre ambiti d’intervento in ordine d’importanza: il Lavoro, la Scuola e la Salute.
Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio: così dice un proverbio africano. Perché questo bambino aspiri alla felicità, la sua e di chi gli sta intorno, ha bisogno che tutti – famiglia, scuola, istituzioni – predispongano per lui l’ambiente migliore in cui sviluppare i suoi talenti.
L’empowerment, ovvero la fiducia in se stessi, l’autoefficacia, la consapevolezza nelle proprie scelte personali, politiche e sociali.
Lavoro. Il 75% delle mamme intervistate sostiene l’inconciliabilità tra vita lavorativa e familiare adducendo come esempi principali:
- il rientro dalla maternità troppo precoce (soprattutto se si pensa che l’allattamento al seno è vivamente consigliato dall’OMS almeno fino al sesto mese di vita del bambino),
- la mancanza di misure di incentivazione delle aziende affinché considerino il lavoro femminile una opportunità, invece che un “problema”,
- la necessità di maggiore flessibilità di orari.
Il 62% delle mamme intervistate richiede un maggiore sostegno economico a favore della maternità e il 58% maggiore tutela dal punto di vista legislativo.
Fare la mamma è un lavoro?
Fare la mamma dovrebbe essere una scelta vera e non una scelta obbligata.
Nel nostro lavoro ogni giorno assistiamo a un progressivo cambiamento nella mentalità delle giovani donne, che rinunciano a priori a proseguire gli studi e a entrare nel percorso lavorativo proprio per fare le mamme a tempo pieno, forse scoraggiate dalla possibilità di trovare un impiego che le aiuti a conciliare lavoro e famiglia?
Scuola. L’incompatibilità tra gli orari della scuola e gli orari di lavoro è riconosciuta dal 60% delle intervistate come la problematica principale, seguita dalla mancanza di sostegno economico. Il paragone con gli altri paesi europei, dove il sistema scolastico prevede una distribuzione delle vacanze e una gestione degli orari più flessibile, viene citato spesso come esempio da seguire. Un tema ricorrente è l’inaccessibilità degli asili nido, che si concretizza da una parte nella poca disponibilità di posti dei nidi pubblici, dall’altra nei costi insostenibili dei nidi privati.
Se una donna posticipa o interrompe l’ingresso al lavoro per i primi 3 anni di vita del bambino, non le sarà facile reimmettersi nel mercato del lavoro, soprattutto se supera l’età in cui sono previsti incentivi all’assunzione.
La pressione sociale è molto forte: Che senso ha lavorare per usare tutto il tuo stipendio per pagare il nido? Non è meglio che stai a casa?
Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, dicono.
Ma i nonni vanno in pensione più tardi rispetto al passato e spesso non possono occuparsi dei nipoti. Le mamme lasciano il lavoro, o lo ritardano, per poter evitare la spesa dell’asilo nido. Sui padri ricade tutto il peso della gestione economica della famiglia, e nessun privilegio di veder crescere i figli, goderseli, conoscerli, collaborare alla gestione della casa e della famiglia.
Salute. Il 67% delle intervistate ritiene i lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie il problema principale, soprattutto se riguarda gli esami per la gravidanza (in alcune regioni si dovrebbe prenotare gli esami prima del concepimento per avere la certezza di usufruire del servizio nei tempi dovuti), ma anche gli esami per i bambini affetti da patologie, da disabilità o DSA (si è costrette a ricorrere al settore privato per avere diagnosi e impostare la terapia in tempi brevi). A questo tema si lega inevitabilmente la necessità di un sostegno economico e agevolazioni per l’acquisto di farmaci e per le prestazioni sanitarie in genere.
Evidenziate le criticità, abbiamo chiesto alle mamme di proporre soluzioni: l’83% delle intervistate riterrebbe utile poter dialogare direttamente con le Istituzioni attraverso una piattaforma digitale. Il pensiero diffuso è che esista un gap tra le esigenze concrete delle mamme e l’idea che di esse hanno le Istituzioni e un dialogo diretto potrebbe favorire una maggiore comprensione delle loro istanze.
In conclusione le mamme italiane vogliono essere:
ASCOLTATE e la tecnologia ci consente di accorciare le distanze
RICONOSCIUTE in quanto il ruolo di mamma ha un alto valore sociale
SOSTENUTE per consentire una maggiore conciliabilità tra esigenze delle famiglie ed esigenze della società.
Viviamo in questo mondo per imparare e per illuminarci l’un l’altro, diceva Mozart. Possiamo farlo.
Ciascuno di noi non chiede altro che la felicità per sé e per chi ama.
Ascolto, riconoscimento, sostegno: questo è il modo delle mamme per chiedere il proprio pezzo di felicità.