Senza bisogno di tanti proclami e dichiarazioni d’intenti, il telelavoro è diventato una realtà per molti: se quindici anni fa piaceva ipotizzare un futuro di telelavoratori aziendali, cosa che puntualmente non si è realizzata, parallelamente si è sviluppato il telelavoro per chi ne ha saputo cogliere l’opportunità. Lavorare da casa è una delle caratteristiche comuni a molti blogger, soprattutto quelli che hanno stili di vita che non permetterebbero loro i vincoli di un lavoro strutturato con orari precisi.
Marissa Meyer non è per niente d’accordo sulla produttività di chi lavora da casa, e infatti ha richiamato in sede centinaia di homeworkers di Yahoo. Ma i blogger, che non hanno problemi di capi, sanno che decidere del proprio tempo e del proprio spazio è uno dei più grandi privilegi per chi lavora, a patto di saperli gestire e non farsi sopraffare.
Dunque hai un blog e hai iniziato a vendere la pubblicità. I primi guadagni, anche se minimi, sono una delle soddisfazioni più grandi che potrai avere come blogger, significa che creare contenuti nel web può diventare il tuo lavoro.
E quindi alla domanda più difficile che ti faranno: “Che lavoro fai?”, potrai rispondere “il blogger”. La domanda successiva, vedrai, sarà: “Ma lavori da casa?”.
Chi è abituato a ritmi aziendali non concepisce il lavoro libero da vincoli spazio temporali e quindi potrai sforzarti, ma non convincerai l’amica scettica della fortuna che hai. Ma diciamo che puoi sopravvivere benissimo senza che molti amici e parenti comprendano a pieno il tuo status lavorativo.
La maggior parte dei blogger (non tutti) lavora dunque da casa o, se si annoia, può scegliere di variare tra il caffè sotto casa, il parco nella bella stagione o se vive in una città abbastanza grande, le hall dei grandi alberghi dove si può mimetizzare fingendo di attendere qualcuno. No, Starbucks e il suo wi fi qui non ce l’abbiamo, ma per fortuna stanno crescendo librerie o caffè interessanti con connessione libera, soprattutto nei dintorni delle Università.
Lo spettro del pigiama sempre addosso è comunque lo spauracchio di tutti, compresi gli entusiasti dell’homeworking. Ecco quindi alcuni consigli collaudati per i blogger che sono ancora nella fase di innamoramento del proprio lavoro e credono che aver stravolto i ritmi classici sia solo un vantaggio. Lo è indubbiamente e non mi stancherò mai di dirlo, ma ci sono alcuni stratagemmi da tenere a mente per non cadere nel loop da ‘casalinghitudine’, condizione dannosissima alla creatività:
- La lavatrice può attendere: e anche la lavastoviglie e i panni da stirare (per chi li stira ancora). L’errore che troppi commettono è di farsi tentare dal fare qualcosa in casa, mentre si sta lavorando. Quando si lavora bisogna essere piuttosto rigidi con se stessi e non permettere alle distrazioni di intromettersi. Meglio due ore filate a scrivere e creare, che 4 ore interrotte di continuo dai lavori domestici.
- Il postino suona sempre due volte, purtroppo: hai notato che quando sei nel pieno della concentrazione suona il citofono? Questa è una delle componenti fastidiose del lavorare a casa. Tieni conto se sei solo in casa e quindi costretto ad aprire la porta. Puoi sempre decidere di non rispondere.
- Tieni a bada amici e i parenti: “Se sei a casa a lavorare, allora ti posso chiamare/venire a trovare”. A costo di passare per antipatico, metti dei bei paletti per arginare le visite e le telefonate. Se fossi in un ufficio ti telefonerebbe l’amica appena lasciata dal fidanzato? Probabilmente no, e allora corri ai ripari finché sei in tempo: arginare il disturbo esterno per chi lavora in casa è una delle componenti più difficili.
- Una stanza tutta per te: non tutti hanno una casa che permetta di trasformare una stanza in studio e quindi il pericolo è quello di ritrovare computer e documenti sul tavolo da pranzo e la famiglia affamata che attende. Prendi un tavolo anche piccolo e scrivici “proprietà privata”, nessuno potrà avvicinarsi senza il tuo permesso, soprattutto i minori di 18 anni, pena ritrovarti disegni e colori sparsi sul tuo lavoro. Ricorda che il rischio più grande è che il tuo lavoro non venga considerato tale, e quindi non venga rispettato lo spazio in cui lavori.
- Orari: Un’altra decisione molto saggia da prendere è stabilire degli orari in cui lavorare e al di fuori di quelli non controllare posta/fb/blog… è molto difficile e all’inizio quasi nessuno ci riesce. Ma alla lunga, dopo aver provato la sensazione da esaurimento da connessione perenne, si arriva più o meno tutti a questa conclusione saggia, soprattutto per preservare la vita privata. C’è chi nel weekend non si connette, chi dopo una certa ora. Questa è la parte più difficile, ma fondamentale se si vuole curare un blog per un periodo lungo e trasformarlo in un lavoro vero e proprio, che non si esaurisca con il passare dell’entusiasmo iniziale.