Ci sono post che inizi a leggere e ti trascinano, come se chi li ha scritti avesse la capacità di prenderti per mano e mostrarti il suo mondo e per quei cinque minuti di lettura sei concentrato e non senti altro intorno a te. Sono i post ‘che funzionano’ perché parlano di qualcosa che a te sta a cuore. Oltre al contenuto azzeccato, hanno però un’altra caratteristica: sono scritti bene, altrimenti non avrebbero lo stesso effetto su di te, né sulle decine di persone che poi si prendono la briga di lasciare un preziosissimo commento.
Se per i contenuti è una questione di gusti e fiuto del blogger, per la bella scrittura si può fare molto per migliorarla ed evitare errori spesso banali senza i quali il post acquista molto.
Certo, se siete convinti che il vostro sia già un blog di successo perché quando raccontate le liti con vostra suocera avete un picco di ascolti, o quando mettete la foto del gattino accoccolato accanto a vostro figlio appena nato il post viene condiviso in maniera incredibile, allora non avete bisogno di altri consigli, continuate pure così 😉 Ma sappiate che un blog personale che più personale non si può alla lunga stancherà anche i lettori più affezionati o comunque la concorrenza di chi ha qualcosa di più ‘personale’ di voi da raccontare si farà sentire.
Vi dirò un segreto, se sapete scrivere bene, anche l’argomento meno morboso attirerà l’attenzione, semplicemente perché la bella scrittura induce il lettore a sentire ciò che hai da dirgli. E’ vero che c’è chi è più portato per la scrittura e chi meno, ma è anche vero che la scrittura è fatta di alcuni ingredienti fondamentali: conoscenza corretta della lingua in cui si scrive, capacità di elaborare pensieri non banali (e questo lo si impara solo scrivendo), e tecniche retoriche che si apprendono nelle scuole di scrittura o sui preziosissimi libri che insegnano a scrivere bene, di cui dirò più avanti.
Dunque, eliminiamo tutti i blogger già convinti di saper scrivere e prendiamo in considerazione i blogger che ad ogni post cercano di trasmettere almeno un messaggio o una storia, vestito per bene con tutti i crismi della scrittura corretta. Ecco allora alcuni ingredienti su cui vi consiglio di lavorare, o almeno di riflettere, per far sì che il vostro post risulti il più efficace possibile:
Titolo – siamo tutti influenzati da seo, motori di ricerca etc etc. e sappiamo che il titolo è importante. Siamo più o meno tutti condizionati da facebook o twitter dove il feed con il titolino decreta la lettura o meno di un nostro post, però il titolo oltre a catturare l’attenzione non deve provocare inutilmente: ‘Come farlo impazzire’ potrebbe sicuramente attirare molte visite, se poi invece di segreti morbosi rifilate al lettore un puzzle da stampare per tenere occupato il vostro adorato pargolo, li ingannate una volta, alla seconda non cliccheranno più;
Ripetizioni – la lingua italiana non ama le ripetizioni. A colpo d’occhio, quando si revisiona un testo, in uno stesso paragrafo cercate la parola ripetuta e modificatela con dei sinonimi (l’avevo detto che il dizionario dei sinonimi e dei contrari non può mancare nella vostra libreria?);
Citazioni – sono belle, ci fanno fare sfoggio di cultura, dicono in maniera diretta quello che pensiamo, sono facili da reperire grazie a google e ai milioni di pagine di quotes, ma se sono nell’orecchio di tutti diventano stucchevoli: dunque, sì alle citazioni, con parsimonia, ma che siano originali. Lasciamo riposare in pace il caro Blaise Pascal e ‘il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce’;
Incipit – ricordate che state catturando l’attenzione del lettore, quindi non rivelate alla prima riga ciò che volete raccontare, altrimenti potete benissimo scrivere un post di una riga;
Frasi dialettali – la citazione di un modo di dire milanese o veneziano che sia, farà sorridere voi o gli amanti della vostra lingua, ma a tutti gli altri non evocherà nulla, se non il fastidio di sentirsi esclusi; perché il dialetto nella lingua scritta è solo una strizzatina d’occhio ai vostri conterranei, tutti gli altri non capiranno o se capiranno non rideranno. Evitate, se invece volete un pubblico circoscritto ai ‘vostri simili’, continuate pure.
Punteggiatura – se pensate che le virgole e i punti vadano distribuiti come fossero zucchero a velo sul vostro post, avete bisogno di una ripassatina sulla punteggiatura. Prendete la grammatica di vostro figlio e studiate il perché e percome i periodi vanno evidenziati dai segni di interpunzione. E i puntini di sospensione… proprio questi, ecco, evitateli il più possibile (non dico di eliminarli perché nei post alle volte sono utili) ma non abbondate, alla terza o quarta frase lasciata in sospeso dai 3 puntini (sono 3, ricordate, non di più) il vostro lettore sentirà il desiderio irrefrenabile di cliccare altrove.
Infine ecco i libri da tenere a portata di mano dopo averli letti, studiati e meditati 😉 nel caso vi siano di ispirazione; perché anche quando scrivete il post più banale del mondo, quello che magari oggi non avete voglia di scrivere, se scritto bene ha qualcosa da raccontare:
On writing di Stephen King – Sperling & Kupfer
Perché scrivere di Zadie Smith – Minimum Fax
Questo è il punto, istruzioni per l’uso della punteggiatura di Francesca Serafini – Laterza